Per un giornalismo rinnovato nella forma e nella sostanza non servono intellettuali, ma “operai della notizia” attenti alla narrazione delle storie e, in particolar modo, padroni delle nuove tecnologie che aiutano a conoscere meglio la complessità della realtà. A dirlo è Gabriele Cruciata, giovane giornalista (classe 1994) che si racconta questa sera a “Testa e Cuore” e rispondendo alle domande di don Roberto Ponti svela la sua professione e propensione per il giornalismo di inchiesta, che gli ha meritato numerosi riconoscimenti tra cui il premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo under 30. Gabriele è anche autore di differenti podcast di “giornalismo seriale”, una novità nel panorama italiano dell’informazione, che piace molto al pubblico più curioso ed esigente perché arricchisce il racconto dei fatti (storytelling) con numerosi dati d’indagine raccolti, analizzati e verificati in modo serio e trasparente.
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